Casa Kiss Kiss a Sanremo ha dato il benvenuto anche ai Santi Francesi. I talent, poi Sanremo Giovani e ora il debutto tra i big, quali sensazioni per il duo? «Molto contenti, ora stanchi più che agitati. Andrà bene le prossime sere. Appena siamo scesi dal palco eravamo inca**ati come delle bestie. La percezione dall'ascolto in cuffia è totalmente differente. Non sentivo bene il pianoforte in cuffia - racconta Alessandro - quindi ho fatto la prima strofa così.»

Mario ha poi confessato: «Ho dormito poco e niente. Non ce la fai a dormire dopo che suoni lì.» E Alessandro conferma: «È una lotta interna. Da una parte pensi che bisogna dormire, dall'altra sei a Sanremo, ti capita una volta nella vita probabilmente.»

Il nome Santi Francesi deriva dai cognomi dei due artisti, Alessandro De Santis e Mario Francese. C'erano anche altri nomi in lizza? «Un periodo era "santi" che ci piaceva e volevamo tirarlo fuori. Una proposta era Santimonia, ha un significato molto interessante. Poi abbiamo associato Santi e De Santis, Francese. Santi Francesi.»

Ma quanto sono santi, in realtà? «No, se prendi il secondo significato del nome, cioè che quando abbiamo deciso di chiamarci così abbiamo pensato "cosa succede se scrivo Santi Francesi adesso online su Google?" Abbiamo trovato quest'usanza incredibile del Medioevo francese in cui il popolo si inventava dei santi solo per creare delle feste e divertirsi come pazzi. In questo spirito, siamo dei santi fasulli.»

L'amore in bocca, la loro canzone di Sanremo, come nasce? «È una canzone che viene fuori per caso in tutto e per tutto. Il titolo viene fuori per caso da un errore di scrittura, doveva essere "L'amaro in bocca". Stavo scrivendo una nota sul mio telefono e ho sbagliato a digitare qualcosa e il correttore mi ha regalato L'amore in bocca. L'abbiamo tenuta lì per un paio di mesi, in un camp abbiamo conosciuto per caso Cecilia Del Bono, un'autrice e artista molto brava, che ha scritto il pezzo in una sessione improvvisata.»