Questa mattina a Radio Kiss Kiss abbiamo parlato di smartphone ai bambini.
Per approfondire l’argomento è intervenuto il Prof. Paolo Ferri dell’Università Bicocca di Milano:
È vero che durante la pandemia molti bambini sotto i dieci anni hanno avuto lo smartphone?
«Durante la pandemia probabilmente i genitori hanno avuto altro da fare, tra smart working e impegni. Quindi tendenzialmente la tecnologia è stata data ai bambini per tenerli buoni, talvolta per fare la didattica a distanza. In generale, c’è stato uno sdoganamento dell’idea che la tecnologia possa essere data ai bambini un po’ senza pensare, e questo non è proprio il massimo. Questi sono i dati e non si torna indietro, perché se anche nostro figlio non avesse lo smartphone potrebbe averlo l’amico. Dobbiamo abituarci a questa pervasività.»
Ai bambini nati dopo il 2010 dobbiamo insegnare ad utilizzare lo smartphone?
«I bambini oggi vedono lo smartphone in età veramente precoce. Dobbiamo “vaccinare” i bambini all’uso delle nuove tecnologie, invece di proibirle. Bisogna usare le tecnologie con loro e adottare tutte quelle misure che servono, tra cui il parental control, e far vedere con l’esempio gli usi della tecnologia, usi che non siano solo passivi. La tecnologia può essere usata con fini proattivi e per entrare in contatto con i propri pari. Farne un uso significativo.»
Quindi non bisogna proibire lo smartphone ai bambini?
«La questione della proibizione è una scelta che spetta alle famiglie. Io credo che la “vaccinazione” sia meglio della proibizione, perché quest’ultima generalmente aumenta i desideri. Un uso controllato e gestito, normalizza e fa fare un uso critico dello strumento.»
C’è un’età minima per far utilizzare il telefonino?
«No, non mi sento di consigliare un’età minima. Dipende dalla famiglia e dal modo in cui i genitori possono stare con i figli. Credo, però, che la scuola, sin dall’infanzia, potrebbe avere un ruolo nell’illustrare gli usi proattivi e sensati della tecnologia in modo tale che possano essere replicati anche nella vita di tutti i giorni.»