Come a ogni inizio anno scolastico è iniziata la caccia all’occasione, che sia “nuovo scontato” o “usato in buone condizioni”. In famiglia ci si divide tra l’esigenza di evitare grandi esborsi e i pareri dei figli che proprio non vogliono avere a che fare con un testo già sottolineato da altri. Questo, naturalmente, nel caso in cui non ci sia stato un aggiornamento che ha reso “vecchio” e inutilizzabile il testo dell’anno scolastico precedente.
Dunque, sono numerosi gli studenti che preferiscono libri freschi di stampa. Allora, come risparmiare? Stanno prendendo sempre più piede sia gli shop online che i supermercati, dove sconti e promozioni sono più frequenti. Al punto di mettere un po’ in crisi le librerie tradizionali.
In base a una rilevazione di Skuola.net su mille studenti delle scuole superiori, a pochi giorni dall’inizio, solo sei su dieci hanno già a disposizione tutti i volumi previsti per le materie dell’anno scolastico al via. Fino ad appena due anni fa in questi stessi giorni di avvio della scuola erano otto su dieci gli studenti che avevano quantomeno ordinato i testi scolastici. Tanti, dunque, sono i ragazzi che si muoveranno a caccia delle migliori occasioni.
L’acquisto last second
Il ritardo di quest’anno sembra legato all’idea di acchiappare al volo il miglior prezzo per un test nuovo. Sempre secondo l’indagine di Scuola. Net, sette studenti su dieci cercheranno un libro intonso a un prezzo più basso di quello di copertina. Precisamente, il 36% vorrebbe avere testi tutti nuovi e il 34% almeno i più importanti. Mentre, il restante 30% propende per l’usato. In ogni caso, cresce il numero di famiglie che, per acquistare il nuovo, si rivolgono a canali alternativi, come gli shop online o alla grande distribuzione, dove il risparmio sicuro è intorno al 15%. Tra i canali di reperimento dei libri di seconda mano si conferma il primato delle librerie (39%). Seguono l’acquisto da privati (28%), gli shop online(22%) e i mercatini dedicati (11%).
La spesa per le famiglie
Dipende dalla classe frequentata: le prime e le terze sono le più onerose. Si va dai 200 ai 500 euro, nonostante lo Stato destini ogni anno oltre 100 milioni di euro all’acquisto di testi da dare in comodato d’uso. Sono ancora pochissimi in Italia gli studenti propensi all’adozione di testi digitalizzati o che possono affidarsi alla produzione “homemade” dei testi o delle dispense da parte delle scuole.