Kekko dei Modà: “La nostra terza vita e la mia esperienza con la depressione”

I Modà sono stati nei nsotri studi a Sanremo, Kekko ci ha raccontato il suo rapporto con la depressione e la rinascita della band.

I Modà sono stati ospiti in Dedikiss – speciale Sanremo

Sono tornati al Festival di Sanremo per la terza volta dopo un periodo difficile per il loro frontman, ma ripartono da qui, da quella che Kekko definisce la loro "terza vita". I Modà sono stati negli studi sanremesi di Radio Kiss Kiss, ed è proprio il loro cantante a parlare a nome della band, raccontando i suoi ultimi anni molto complessi. Cosa appettarsi da questi Modà 3.0? "La nostra prima vita è fino ad Arriverà, quando abbiamo sempre sfiorato il successo senza toccarlo. Poi uscì Sono già solo, e iniziò la nostra seconda vita, con un successo importante, a Sanremo, gli stadi, il disco di diamante. Sono tante cose belle che ci hanno premiato per la nostra coerenza e perseveranza."

La terza vita inizia da un periodo buio, confessa Kekko. "Poi è arrivato un po' di calo, come succede a tutte le carriere degli artisti, alti e bassi. Più che un basso, è stato toccare il fondo, perché è coinciso con l'ammalarsi di questa "malattia oscura", come la chiamiamo in casa mia, che è la depressione. È una cosa che chiaramente non si combatte solo con un farmaco, che è fondamentale, ma bisogna reagire e affrontare le paure. E una delle mie paure più grandi era proprio il palcoscenico. Infatti, mi sono allontanato dai palchi e dagli schermi perché avevo paura, vivevo stati d'ansia importanti che mi hanno fatto pensare che non volevo più fare questo mestiere. La depressione la canto in Lasciami, che è un messaggio positivo perché dico "lasciami, fallo in silenzio, fai in modo che non me ne accorga". Quando la depressione entra nella tua vita la odi con tutte le tue forze, te ne vergogni molto, soprattutto di prendere i farmaci."

modà dedikiss sanremo

Qual è la soluzione? Sicuramente la vicinanza della famiglia e degli altri membri dei Modà. "È molto importante avere l'amore della famiglia intorno. Devo ringraziare i ragazzi che non mi hanno mia messo fretta e mi son sempre stati vicino. Venivano a casa e mi addormentavo perché non avevo la forza di ascoltarli. Sono stati molto delicati. Tante volte nella mia carriera mi hanno chiesto perché non facessi il solista, tanto le canzoni le scrivo io. Una band non è fatta soltanto di canzoni, noi siamo uno stato d'animo, come Napoli. Loro sono entrati nel mio stato d'animo così tanto da farmi capire che non c'era fretta né rancore se avessi deciso di smettere. Perché stare bene è la cosa più importante."

Ma ora Kekko si definisce guarito? "Mi sto ancora curando e non sono ancora guarito, forse non lo sarò mai. La depressione non te la contagiano sull'autobus, vive dentro di te e si scatena quando inizia a vivere in modo sbagliato."

Come ha fatto Kekko a scoprire di soffrire di depressione? "L'ho sempre immaginata come una persona al buio che piange, ma fino al giorno prima era stata una giornata normale. Poi una mattina mi sono svegliato e non mi si piegavano più le gambe. Mia moglie pensava fosse un'influenza, mi ha riempito di vitamine ma non cambiava nulla. Allora pensavamo che avessi una malattia degenerativa ma il dottore mi disse che non c'era nessuna malattia degenerativa, ma era depressione."

Ora la rinascita, sul palco dell'Ariston a Sanremo 2023, con Lasciami.

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