Direttiva UE sulle case green: il provvedimento, i tempi e le conseguenze

L'Unione Europea sta varando una proposta per rendere le case più sostenibili. Ne parliamo con Gian Battista Baccaria, presidente FIAIP.
Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato della direttiva UE per l’adeguamento degli immobili in chiave green. Per fare chiarezza, è intervenuto Gian Battista Baccaria, presidente FIAIP, Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali.

Buongiorno Presidente, bentornato! Cosa dice questa direttiva dell’Unione Europea di cui si sta parlando tanto?

«Buongiorno a voi, a tutte le radioascoltatrici e i radioascoltatori. Nella sostanza, la direttiva dice che entro il primo gennaio 2030 ogni abitazione deve raggiungere la classe energetica E, che in sostanza si traduce di sostituire almeno la caldaia e le porte e finestre della casa. Ed entro il primo gennaio 2033 si dovrebbe raggiungere la classe D, che significa fare un intervento ancor più oneroso, cioè la coibentazione del tetto e/o la protezione interno-esterno della casa. Tradotto: il famoso termocappotto di cui tanto si parla. In ultimo, tra il 2040 e il 2050 le case dovrebbero arrivare ad emissioni zero.»

Presidente, dato che si parla di una direttiva dell’UE, i soldi li dà l’Europa, non dovremo tirarli fuori di tasca nostra?

«Questa sarebbe un’ottima proposta. Il tema è proprio quello che si traduce in una patrimoniale, un’eco-patrimoniale, come è stata ribattezzata, cioè i cittadini saranno obbligati a spendere soldi per adeguare la propria abitazione. Ci sono alcune esenzioni, sostanzialmente per le seconde case per chi le vive meno di 4 mesi all’anno, le case indipendenti sotto i 50 metri quadrati, gli edifici di culto e di interesse storico artistico. Proprio quello che dicevate voi: qua c’è un obbligo che da una parte ha una finalità virtuosa perché tutti desidereremmo avere una casa riqualificata, sia per migliorare la qualità della vita, sia per avere un risparmio in termini di costi energetici. Però, non con questa modalità, l’approccio coercitivo non è quello giusto.»

Se e quando verrà approvata questa direttiva, che effetto avrà sui mercati immobiliari di tutta Europa?

«Purtroppo anche solo discutere di queste cose provoca degli effetti. Due italiani su tre saranno intaccati da questa normativa, e pensiamo che in Italia l’80% del patrimonio immobiliare è nelle ultime tre classi energetiche.»

Nove milioni di immobili.

«Esatto, nove milioni su dodici saranno intaccati. Questo produce una svalutazione del patrimonio immobiliare, e svalutare il patrimonio immobiliare significa impoverire le famiglie italiane, e come sappiamo il 60% dei risparmi degli italiani sono canalizzati in immobili. Ma significa anche, e non secondariamente, indebolire la più importante e strategica garanzia del nostro debito pubblico nazionale che è proprio il valore della proprietà immobiliare.»

Quali sono le possibili soluzioni per scongiurare gli effetti negativi della direttiva?

«Premettiamo sempre che la direzione è virtuosa. È giusto ridurre le emissioni di Co2 nell’aria, dato che il 40% dei consumi per il riscaldamento domestico produce questo inquinamento. Però, dicevamo, è sbagliato il modo con cui ci si vuole arrivare. Sarebbe meglio accompagnare il cittadino in questo percorso, attraverso degli strumenti incentivanti. Ovvero, inserire degli incentivi fiscali immobiliare strutturali fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati, quindi i famosi bonus casa. Delle forme di finanziamento agevolate, dei prodotti finanziari dedicati, dei mutui green, chiamiamoli così. Con tassi di interesse bassi e forme di garanzia dello stato a supporto. Poi, delle forme di esenzione particolari dove non si possono compiere certi lavori. Presenteremo la nostra proposta domani all’onorevole Tovaglieri, l’europarlamentare all’interno della commissione energia. La richiesta è quella di attenuare le tempistiche, concentrarle tra il 2033 e il 2040 e concentrarsi soprattutto sul superamento della classe E, cioè il cambio della caldaia, che ha emissioni fortemente inquinanti.»

Questo sarebbe un approccio distensivo. Grazie Presidente!

«Questo è il momento decisivo per intervenire. Grazie a voi, Kiss Kiss a tutti!»

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