Il ritorno di Fabrizio Moro con “Non ho paura di niente”: “È un disco che avrei potuto scrivere anche vent’anni fa”

Il cantautore romano presenta il suo nuovo album "Non ho paura di niente" e riflette sulla sua carriera e vita personale.

Fabrizio Moro torna sulla scena musicale con il suo decimo album in studio, “Non ho paura di niente”, disponibile da oggi 14 novembre 2025 esclusivamente in formato fisico. Il disco contiene nove tracce inedite che esplorano temi personali e sociali, riflettendo la maturità artistica raggiunta dal cantautore romano. Nel corso di un’intervista a Il Messaggero, Moro riflette sul suo percorso, le sue esperienze e le sue frustrazioni, ma anche sulla musica e sul ruolo che la droga ha avuto, e continua ad avere, nel mondo del rap e della musica in generale.

Un nuovo inizio con “Non ho paura di niente”

Moro non pubblicava un album di inediti da sei anni. Durante questo periodo, ha cercato di rimettersi in gioco, iniziando anche una carriera da regista. “Ero arrivato alla frutta. Sentivo che si era spento un interruttore”, racconta Fabrizio, che per anni ha vissuto una sorta di stallo creativo. Il nuovo album nasce da una “frustrazione interiore”, dice, e segna il ritorno alla musica che più lo rappresenta. «Questo è un disco che avrebbe potuto scrivere il Fabrizio Moro di vent’anni fa», ammette, rivelando la sua voglia di tornare alle origini, con sonorità che ricordano gli Anni ’80 e un tocco personale, come l’uso del sax.

Un cambiamento di etichetta e una nuova rinascita

Il cantante ha anche cambiato etichetta, passando a BMG. Questa nuova avventura lo ha fatto sentire di nuovo «accolto» e «vicino» ai suoi nuovi discografici, ritrovando quella passione che aveva rischiato di perdere. «Ho ritrovato la vena compositiva», spiega, e riconosce che l’affetto del pubblico è stato fondamentale per il suo ritorno. “Se ti allinei a quello che il panorama musicale vuole offrire rischi di fallire o di apparire ridicolo”, afferma Moro, che ha mantenuto la sua autenticità, anche in duetti come quello con Il Tre, rapper romano, in “Prima di domani”.

La droga: «La odio, chi la promuove va picchiato»

Uno dei temi centrali dell’intervista è il rapporto con la droga. Moro, che ha vissuto in prima persona gli effetti devastanti delle dipendenze, non ha dubbi: «La droga è l’esperienza peggiore che un adolescente possa incontrare», afferma con fermezza. Ha spesso parlato apertamente del suo passato, segnato da abusi di sostanze che lo hanno portato a sfiorare la morte. «Ho abusato di alcol e droghe. Ho iniziato a 18 anni», aveva raccontato in un’intervista del 2018. Oggi, la sua posizione è chiara: «Non sono un promotore della droga: la odio. Chi promuove la droga va picchiato».

Moro critica anche la rappresentazione della droga in alcuni generi musicali, in particolare nella trap e nel rap. «Non solo con i rapper, ma anche con chi fa serie tv incentrate su quello. Hanno fatto da punto di riferimento a tanti ragazzini», dice, accusando queste rappresentazioni di dare un’immagine distorta della realtà. «Poi si ritrovano in sette a pistare di botte un altro, a spararsi: non capiscono più la differenza tra fiction e vita vera», aggiunge. Per lui, la musica e i media hanno una grande responsabilità nel promuovere messaggi sani.

La speranza per suo figlio: «Che sia meno spericolato di me»

Fabrizio Moro, padre di Libero, 16 anni, confessa anche il suo timore per il futuro del figlio. «Spero che mio figlio sia meno spericolato di me», dice, rivelando il suo desiderio che Libero possa crescere lontano da certe esperienze rischiose. La figura del padre protettivo emerge con forza in questo passaggio, e Moro sembra determinato a impedire che il figlio commetta gli stessi errori che lui ha fatto in gioventù.

Sanremo: «Oggi è troppo spettacolo televisivo»

Infine, Moro parla anche della sua relazione con Sanremo. Sebbene abbia partecipato in passato e abbia ottenuto successi, oggi non è certo della sua partecipazione futura. «Non credo. È cambiato. Oggi è troppo spettacolo televisivo», confessa. Il cantante esprime il timore che le belle canzoni non vengano più valorizzate in un contesto che sembra sempre più concentrato sull’immagine e sullo spettacolo piuttosto che sulla qualità musicale.

Con un album che segna un nuovo capitolo della sua carriera, un passato segnato da esperienze dure e una visione critica sulla musica contemporanea, Fabrizio Moro si prepara a tornare sotto i riflettori. La sua musica, tuttavia, rimane sempre un mezzo per raccontare la sua realtà, le sue lotte e la sua evoluzione.

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