Laura Pausini si confessa in una lunga intervista al Corriere della Sera, alla vigilia dell’uscita del suo nuovo singolo La mia storia tra le dita, primo passo verso l’album Io Canto 2. A 51 anni, la cantautrice romagnola torna a raccontarsi con sincerità, tra carriera, vita privata e nuovi progetti.
Un museo a Solarolo e un nuovo album
La sede del museo dedicato alla sua carriera aprirà a Solarolo, nella casa in cui ha vissuto fino ai 18 anni. Un percorso tra memorabilia, oggetti privati e cimeli dei suoi tour. Parallelamente, l’artista è pronta a lanciare Io Canto 2, un doppio progetto: un disco dedicato alle canzoni italiane e un altro interamente rivolto ai cantautori spagnoli e latinoamericani.
«È la prima volta che un mio album esce con due tracklist diverse, una in italiano e una in spagnolo. Ho fatto 84 provini per scegliere i brani giusti».
Il caso Grignani
Sul rapporto con Gianluca Grignani, dopo le polemiche social legate al brano La mia storia tra le dita, Pausini ha spiegato:
«Il mio omaggio è fatto con il cuore. Lui sa quanto ami la sua musica, ma stavolta non mi sono sentita rispettata».
Vita sana e nuova energia
La cantante ha raccontato anche del percorso che l’ha portata a perdere peso e a ritrovare una nuova forza fisica:
«Ho iniziato a dimagrire durante l’ultimo tour. Ora mi alleno tre volte a settimana e ho capito che per una vita sana bisogna eliminare le persone false, non solo i carboidrati».
«Il palco è l’unico posto dove non ho paura»
Nonostante le insicurezze, il palcoscenico rimane il luogo in cui Pausini si sente più protetta:
«Davanti allo specchio vedo i miei difetti, ma sul palco no. È l’unico posto dove non ho paura».
Famiglia e futuro
Accanto a lei il marito Paolo Carta e la figlia Paola, 12 anni, che già mostra una forte inclinazione musicale:
«Vorrei tenerla lontana dal palco, ma è molto determinata. È già come me a 25 anni».
Infine, uno sguardo ai temi sociali:
«Ho sempre difeso i diritti. Io e Paolo ci siamo sposati, ma abbiamo firmato anche le carte per l’unione civile: non ci sentiamo liberi finché tutti non lo sono».
