Deliver Me From Nowhere (in italiano Liberami dal nulla), vedrà Jeremy Allen White nei panni di Bruce Springsteen e diretto da Scott Cooper, incentrato sulla creazione dell’album Nebraska. Il cast include anche Jeremy Strong nei panni del manager e produttore Jon Landau, Stephen Graham come Douglas Springsteen, padre del musicista, e Odessa Young nel ruolo di Faye, interesse amoroso di Bruce. La pellicola è basata sul libro “Deliver Me from Nowhere” di Warren Zanes.
Un periodo cruciale nella carriera del Boss
La storia si concentra sul 1982, un momento di svolta nella vita artistica e personale di Bruce Springsteen. Dopo il successo di The River, Springsteen si ritirò nella sua casa a Colts Neck, New Jersey, armato solo di una chitarra e di un registratore a quattro piste. In quel periodo di isolamento, scrisse e registrò Nebraska, un disco altamente intimo e minimalista, lontano dalle sonorità cariche della E Street Band. Le canzoni parlano di solitudini, fallimenti e speranze spezzate, un affresco crudo di corpi e anime disperate in cerca di senso.
Da The Bear a The Boss: il casting di Jeremy Allen White
Jeremy Allen White, classe ’89, fresco vincitore per il ruolo in The Bear, si è tuffato con passione nella preparazione del personaggio: ha studiato le registrazioni vocali, le interviste e i gesti del musicista, ha lavorato sulla dizione e ha seguito lezioni mirate. Il regista Scott Cooper, noto per Crazy Heart, ha già sottolineato come Springsteen sia stato ampiamente coinvolto nel cablaggio del film e abbia appoggiato con entusiasmo la scelta dell’attore: “È l’uomo giusto per questo ruolo”, ha dichiarato Springsteen.
Nel primo trailer presentato a Las Vegas, White emerge immediatamente come un interprete credibile: calvo di sudore, con camicia di flanella, voce roca e presenza scenica, appare persino accompagnato da una carica emotiva che rispecchia fedelmente l’anima travagliata del Boss. Un flash, un’istantanea che restituisce sensualità, ostinazione e un pizzico di vulnerabilità, mentre pronuncia a un venditore d’auto: “Questo fa di noi uno di noi”.
Approvazione dal soggetto stesso: la parola di Springsteen
L’aspetto più sorprendente riguarda il rapporto diretto tra Springsteen e l’attore. Secondo quanto riportato, Bruce ha confessato che è stato strano vedersi interpretato, ma ha cambiato idea molto in fretta. Ha elogiato White definendolo un attore “fantastico”, capace di catturare l’essenza di The Boss in modo non imitativo ma autentico. Quando ha sentito la voce di White cantare – in particolare il celebre Born to Run – “non riusciva a credere che non fosse la sua”, ha raccontato Gaby Hoffmann. Su E Street Radio ha ribadito: “Canta molto bene, proprio molto bene”.
Queste affermazioni confermano che Liberami dal nulla non è un progetto ordinario: la benedizione diretta dell’artista rappresenta una garanzia di rispetto e autenticità che pochi biopic possono vantare.
Cast, produzione e atmosfera sul set
Il film riunisce attori di grande livello: Jeremy Strong interpreta il manager Jon Landau, figura chiave che aiutò Springsteen a mantenere il controllo della propria visione artistica; Stephen Graham veste i panni del padre Douglas Springsteen, con una performance che ha commosso lo stesso Bruce, che lo ha ringraziato per restituire la figura paterna “meglio di un premio”. Paul Walter Hauser interpreta Mike Batlan, Odessa Young è Faye, l’amore vissuto da Bruce in quel periodo, mentre Marc Maron, David Krumholtz, Johnny Cannizzaro e Gaby Hoffmann ricoprono ruoli essenziali nella dinamica familiare e professionale del protagonista.
Il progetto è basato sul libro di Warren Zanes del 2023, ed è ambientato non in un’epoca grandiosa, ma in un momento di rottura e introspezione: Springsteen che lotta con il successo e con il bisogno di ritornare alle radici. La pellicola non punta alla solita narrazione “dalla povertà alla fama”, ma privilegia un dialogo interiore e introspettivo tra l’artista e la sua coscienza.
Possibile candidatura all’Oscar
L’uscita del film, fissata per il 24 ottobre 2025, ha già scatenato un’ondata di attesa e aspettative. Dialoghi, performance e scelta delle musiche hanno generato sensazioni positive: Jeremy Allen White viene indicato tra i candidati alla statuetta come possibile migliore attore protagonista. Il suo incarico di cantare in proprio, senza playback, aggiunge un elemento di rischio e autenticità che spesso colpisce gli occhi di Hollywood.