Marco Mengoni: “Non mi rappresenta un paese in cui la maternità surrogata è un reato”

Il cantante esprime il suo dissenso sulla criminalizzazione della maternità surrogata in Italia e condivide riflessioni personali sulla perdita della madre.

Marco Mengoni ha recentemente espresso, in un’intervista a Vanity Fair, il suo dissenso riguardo alla criminalizzazione della maternità surrogata in Italia, dichiarando: “Vivo in un Paese che non mi rappresenta, che ha fatto diventare la pratica della maternità surrogata un reato universale. Ci rendiamo conto?”

Critiche alla criminalizzazione della maternità surrogata

Il cantante ha sottolineato le implicazioni di questa legge per le famiglie già esistenti: “Ci sono figli nati prima di questa assurdità che cresceranno e scopriranno che i loro genitori sono punibili penalmente.” Mengoni ha ribadito il suo impegno nel sensibilizzare il pubblico su questi temi, affermando: “Io non smetto di prendere posizione, di piantare un seme di riflessione: da sempre il palco per me è un momento per condividere un messaggio.”

Impegno per i diritti umani e l’inclusività

Nel corso della sua carriera Mengoni ha spesso utilizzato la sua visibilità per promuovere l’inclusività e i diritti umani. Durante l’Eurovision Song Contest del 2023, ha portato sul palco la bandiera arcobaleno, simbolo di inclusività verso le minoranze, dichiarando: “Questa è una bandiera che è un simbolo di inclusività verso le minoranze che compongono la nostra società, che poi messe insieme minoranze non sono.”

Riflessioni personali sulla perdita della madre

Mengoni ha anche condiviso il dolore per la recente scomparsa della madre, raccontando: “Sono contento di averla avuta con me, di aver lottato come un disperato e di aver fatto di tutto fino all’ultimo.” Ha descritto l’esperienza come “la paura peggiore” e ha parlato del suo percorso di elaborazione del lutto, sottolineando l’importanza di comprendere il dolore e di trovare modi per ritrovarsi.

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